AltroTeatro progetto internazionale dall’Odin a Franca Rame
In base all’Avviso Pubblico promosso dal Comune di Roma e organizzato dalla società Zétema, Abraxa Teatro presenta un progetto originale, “Altro Teatro. Dall’Odin Teatret a Franca Rame, dalla Fondazione Barba Varley alla Fondazione Fo Rame, ai gruppi emergenti”, ideato dal suo direttore artistico, Emilio Genazzini, perché si ritiene che possa contribuire anche in maniera significativa alla valorizzazione di Roma come una capitale della cultura attenta all’apprezzamento delle professionalità di grandissima importanza nel campo del teatro e della cultura e il riconoscimento dei fermenti culturali che animano il mondo dell’associazionismo artistico romano.
In relazione alla Fondazione Barba Varley, si parla di Eugenio Barba, uno degli ultimi grandi maestri del teatro, con la sua attrice storica Julia Varley, entrambi protagonisti della celebre compagnia Odin Teatret di Danimarca, che quest’anno festeggia i 60 anni di vita artistica.
Riguardo alla Fondazione Fo Rame, si parla di Dario Fo, premio Nobel nel teatro nel 1997, e di Franca Rame, celebrata artista propugnatrice di tematiche relative al ruolo della donna e alle diversità diffuse nella nostra società. Oggi che questi due interpreti non ci sono più, Jacopo Fo, il figlio, ne ha raccolto l’eredità tramite le attività della fondazione.
Le due fondazioni citate, protagoniste del progetto innovativo che si sta descrivendo si attiveranno per offrire alcune tra le loro migliori proposte che si tradurranno nella messa in scena di spettacoli e nella realizzazione di conferenze e presentazione di libri mai esperita prima a Roma, riuscendo a coinvolgere la cittadinanza romana e non, fino a quella internazionale, sulle tematiche proposte dall’Avviso pubblico.
Il programma ospiterà ben 12 giornate di iniziative nel mese di marzo 2024:
ALTRO TEATRO
dall’Odin Teatret a Franca Rame, dalla Fondazione Barba Varley alla Fondazione Fo Rame, ai gruppi emergenti
PROGRAMMA
5-6-11-12-13-14-20-21-22-24-25-26 marzo 2024
5 marzo 2024 a Centrale Preneste Teatro, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 18:00 presentazione del libro “LE MIE VITE NEL TERZO TEATRO. DIFFERENZA, MESTIERE, RIVOLTA”, a cura di Eugenio Barba dell’Odin Teatret e della Fondazione Barba Varley, e di Raimondo Guarino, docente di Roma TRE.
A quasi sessant’anni dalla creazione dell’Odin Teatret, che ha concentrato esperienze tecniche e artistiche globali, fra Occidente e Oriente, finalizzandole a spettacoli leggendari e ad audaci esperienze e ricerche antropologiche, “Le mie vite nel Terzo Teatro” è il grande libro della sintesi. Questa autobiografia professionale ricostituisce con completezza la ricerca del senso di una missione creativa vissuta come mestiere, ma anche come differenza e rivolta. L’essenziale interrogativo sul quale si è fissato l’impegno di Barba – perché fare teatro? – è qui esplorato in tutta la sua complessità. Ma un principio fermo guida l’interrogazione: un teatro vale solo se si trascende, se cerca il suo valore provando a liberarsi della sua scontata funzione di teatro.
ore 21:00 Dimostrazione-spettacolo “IL FRATELLO MORTO”, a cura di Julia Varley dell’Odin Teatret
Lo spettacolo mostra i primi passi dell’attore che si misura con l’aspetto più elementare del proprio compito – la creazione della “presenza” – fino al punto d’arrivo quando il testo, attraverso la forma e la precisione delle azioni, acquista ritmi e densitá di significati.
Le energie dello spettatore possono allora danzare sensorialmente e mentalmente, riconoscendogli il ruolo misconosciuto di “creatore”.
Il Fratello Morto è una dimostrazione dove il “miracolo dell’acqua fresca” viene spiegato con una successione di formule chimiche e poi presentato nel momento in cui gli elementi non possono piú esere separati e spiegati, ma solo vissuti.
6 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 21:00 Spettacolo “L’ATTORE TOTALE”, a cura di I Wayan Bawa, maestro di teatro danza balinese e dell’ISTA International School of Theatre Anthropology diretta da Eugenio Barba.
I Wayan Bawa inizia la rappresentazione con un’offerta e un estratto da Gambuh, la più antica forma balinese di danza drammatica risalente al XV secolo.
Presenta il personaggio del re forte in costume intero, introducendo gli spettatori all’intensa ricchezza e alla connessione tra le cerimonie religiose balinesi e le forme di arte scenica.
Quindi fa una breve presentazione autobiografica e spiega alcuni dei principi di base del teatro balinese, della danza, della musica e delle tecniche vocali: postura, passi, posizione destra e sinistra, le qualità dell’energia (soave e forte), composizioni e sentimenti nei personaggi maschili e femminili. La parte principale dello spettacolo è dedicata al Topeng, la famosa danza della maschera balinese. Prima I Wayan Bawa fornisce una breve spiegazione delle caratteristiche di ciascuna maschera: le maschere intere, silenziose, le mezze maschere parlanti, il penasar che ha il compito di spiegare la storia al pubblico e i bonri (pagliacci) che interagiscono con gli spettatori.
Esegue, poi, una sequenza di forme fisse e dialoghi improvvisati che tradizionalmente inizia con il Topeng Tua (il vecchio) e termina con Sidya Kharya (la divinità che conclude la danza) spruzzando acqua benedetta e tenendo un panno bianco come protezione contro gli spiriti maligni.
11 marzo 2024 Biblioteca “Laurentina”, Piazzale Elsa Morante Mun. IX
ore 17:00 Lettura di alcuni brani tratti dal libro “IL MINOTAURO. L’ accettazione dell’altro da sé e il movimento verso l’Unità” di Friedrich Dürrenmatt. A cura di Francesca Tranfo di Abraxa Teatro
12 marzo 2024 Biblioteca “Pier Paolo Pasolini”, Viale Caduti per la Resistenza, 410A Mun. IX
ore 17:00 Lettura “NON FARE LA PACE MA ESSERE PACE”, brani tratti da autori vari da Gandhi a Richard Bach e a Tich Nhath Han, sulla non violenza e l’inclusione sociale. A cura di Francesca Tranfo di Abraxa Teatro
13 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 18:00 Spettacolo “I TRYLLENDE VIOLINISTI”, a cura di Antonia Cezara Cioaza e Jakob Nielsen dell’Odin Teatret. Regia di Sergio Bini
Uno spettacolo per bambini, adulti, anziani e famiglie a cui piace sorridere e ridere. La storia di due giovani aspiranti violinisti la cui fantasia li fa dialogare con banane e bolle di sapone. Scoprono la vita visibile e invisibile degli oggetti e, alla fine, anche la magica musica dell’amore che li farà volare. È uno spettacolo che si avvale quasi di due regie, quella di Bustric, che è intervenuto sulla parte iniziale della creazione dello spettacolo, e poi quella di Eugenio Barba, che ha definito i contenuti rendendolo uno spettacolo importante, gradevole e portatore di contenuti importanti anche se in maniera divertente.
ore 21:00 Spettacolo “I TRYLLENDE VIOLINISTI”, a cura di Antonia Cezara Cioaza e Jakob Nielsen dell’Odin Teatret. Regia di Sergio Bini
Uno spettacolo per bambini, adulti, anziani e famiglie a cui piace sorridere e ridere. La storia di due giovani aspiranti violinisti la cui fantasia li fa dialogare con banane e bolle di sapone. Scoprono la vita visibile e invisibile degli oggetti e, alla fine, anche la magica musica dell’amore che li farà volare. È uno spettacolo che si avvale quasi di due regie, quella di Bustric, che è intervenuto sulla parte iniziale della creazione dello spettacolo, e poi quella di Eugenio Barba, che ha definito i contenuti rendendolo uno spettacolo importante, gradevole e portatore di contenuti importanti anche se in maniera divertente.
14 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 21:00 Spettacolo “I TRYLLENDE VIOLINISTI”, a cura di Antonia Cezara Cioaza e Jakob Nielsen dell’Odin Teatret. Regia di Sergio Bini
Uno spettacolo per bambini, adulti, anziani e famiglie a cui piace sorridere e ridere. La storia di due giovani aspiranti violinisti la cui fantasia li fa dialogare con banane e bolle di sapone. Scoprono la vita visibile e invisibile degli oggetti e, alla fine, anche la magica musica dell’amore che li farà volare. È uno spettacolo che si avvale quasi di due regie, quella di Bustric, che è intervenuto sulla parte iniziale della creazione dello spettacolo, e poi quella di Eugenio Barba, che ha definito i contenuti rendendolo uno spettacolo importante, gradevole e portatore di contenuti importanti anche se in maniera divertente.
20 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 18:00 Spettacolo “AEDEM”, a cura di Opificio 03 – Cantiere Teatrale. Regia di Nino Sileci Chi sarebbe oggi Medea? La straniera, la maga, l’infanticida del mito antico che sembianze avrebbe se vivesse oggi, nella Roma del XXI secolo? Opificio03 parte da questa domanda per realizzare una riscrittura del mito greco forse più celebre, sicuramente il più controverso, per arrivare a chiedersi chi sarebbe oggi Medea; probabilmente una migrante, una senza tetto, un’emarginata. Ai bordi del suo giaciglio ai margini della società Medea racconta la sua storia che ha attraversato i secoli per arrivare fino a noi, reinventandosi, riscrivendosi, riadattandosi a tempi e luoghi diversi ma restando sempre foriera di nuove e attualissime riflessioni.
ore 21:00 Spettacolo “LUX”, a cura di Teatro Roget. Regia di Rita Aprile
Dopo la detonazione dell’ultima bomba atomica, il mondo ha deciso di ricominciare a partire dai bassifondi. Flick e Tempesta sono due uomini qualunque con un dono: l’intraprendenza. È da loro che è nata l’idea di costruire una città sotterranea, lontana dalle radiazioni, dove l’umanità abbia la possibilità di rinascere. L’hanno chiamata Lux, in onore dell’unico elemento che le manca.
Lux è per tutti, ma non tutti sono per Lux. Per questo, da qualche anno, i due fondatori e guardiani hanno deciso di operare una selezione per contingentare gli ingressi.
Uno spettacolo figlio del nostro tempo, delle difficoltà di un mondo allo sfacelo a causa delle scelte sbagliate degli uomini. Uno spettacolo green, con una scenografia fatta solo con materiali di recupero. Uno spettacolo contemporaneo.
21 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 21:00 Spettacolo “HISTORIA”, a cura di Teatro Ygramul. Regia di Vania Castelfranchi Colombina, archetipo femminile della Commedia all’italiana, attraversa i secoli mettendo in luce la condizione femminile nella storia. Dalla creazione al diluvio universale passando per il medioevo e arrivando al ’68.
A farle da contrappunto un carosello di maschere maschili, grette, obnubilate, boriose pur nella loro apparente comicità: mariti, padroni, padri che ordinando e impongono, dirigono e pretendono. Ma fino a quando?
22 marzo 2024 Biblioteca “Gianni Rodari”, Via Francesco Tovaglieri 237a, Mun. V
ore 17:00 Lettura di alcuni brani tratti dal libro “IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO. La pericolosa anestesia dell’indifferenza” di Fëdor Dostoevskij. A cura di Francesca Tranfo di Abraxa Teatro
24 marzo 2024 al Teatro Marconi, Viale Guglielmo Marconi 698/E Mun. IX
ore 15:00 Conferenza e presentazione del libro “UNA VITA ALL’IMPROVVISA. Il racconto di una vita in due: Franca Rame e Dario Fo” di Franca Rame, a cura di Mattea Fo e Stefano Bertea della Fondazione Fo Rame.
All’apertura del sipario appaiono due ampi schermi sui quali sono proiettati un manifesto e una scenografia della commedia dell’arte. Entra in scena Franca. Comincia così – e come, dove, se non in un teatro e con un libero gioco teatrale? – la storia della vita di Franca Rame: una vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l’avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze. Finché un giorno Dario, aprendo il cassetto di un armadio, incappa in una grande busta di appunti. Curioso, di nascosto si fionda nella lettura: storie che raccontano di Franca bambina, della sua straordinaria famiglia di attori del teatro «all’Italiana» le cui origini risalgono a cinque secoli fa, della corriera chiamata Balorda con cui si spostavano di piazza in piazza, dell’incontro con Dario, della loro vita e del loro lavoro teatrale comune, del successo di pubblico e della tormentata vicenda in Rai, dell’impegno sociale e politico, con spettacoli di denuncia – dalla corruzione alla mafia, dal golpe cileno alla morte di Pinelli –, delle battaglie e delle censure, dello stupro subito, fino all’impegno come senatrice. A dieci anni dalla scomparsa di Franca Rame, la storia di una vita unica e rivoluzionaria che si intreccia al racconto di un’Italia che non c’è più, ma che resta più attuale che mai.
ore 21:00 Spettacolo “COM’È ESSERE FIGLIO DI FRANCA RAME E DARIO FO”, di e con Jacopo Fo, regia di Felice Cappa. Produzione Compagnia Teatrale Fo Rame.
Jacopo Fo raccoglie in un libro, che poi si fa spettacolo, una serie di racconti e ricordi per cercare di rispondere alla domanda che in assoluto gli è stata fatta più volte nel corso della sua vita: Com’è esser figlio di Franca Rame e Dario Fo? Ma anche…Com’è crescere con due genitori così? Cosa ti hanno lasciato? Cosa hai imparato? Tutte curiosità a cui cerchi di dare una risposta, quesiti che all’inizio di un’intervista sai già che ti verranno posti. In questo racconto Jacopo Fo cerca di portarci un po’ nel suo mondo di guitti e attori girovaghi, di affabulatori, di scenografi e disegnatori di favole che hanno sempre delle salde fondamenta nella storia del nostro paese.
25 marzo 2024 Biblioteca “Goffredo Mameli”, Via del Pigneto 22, Mun. V
ore 17:00 Lettura di alcuni brani tratti dal libro “IL VISCONTE DIMEZZATO. La fraternità che cura l’incompletezza dell’essere umano” di Italo Calvino. A cura di Francesca Tranfo di Abraxa Teatro
26 marzo 2024 Centrale Preneste, Via Alberto da Giussano 58, Mun. V
ore 21:00 Spettacolo “IL CIRCO DELLE PULCI”, a cura di Sergio Bini “Bustric”
Il Circo delle Pulci è gioco di prospettive tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande: può accadere che se una pulce si tuffa in una tazzina di caffè tanto piccola per noi, ma grande come il mare per leI, che la scena si trasformi in abisso marino, svelandone segreti e misteri. Magia di trucchi semplici eppure incomprensibili e sorprendenti, piccoli colpi di genio che suscitano nel pubblico la meraviglia. Gioco comico di sorprese che senza mai perdere la leggerezza e quel senso dell’assurdo tipici del teatro di Bustric, a cui, se il teatro è volontaria sospensione dell’incredulità, il pubblico volontariamente si abbandona.