Gioco senza tempo per immagini e tentazioni
Ispirato da “Il Gioco delle Perle di vetro” di Hermann Hesse“Nelle antiche letterature si incontrano qua e là leggende di giochi magici e sapienti (….), i cui pezzi e quadrati avevano oltre al significato comune, un loro significato occulto”. Da “Il gioco delle perle di vetro” di H. Hesse)
Regia e drammaturgia | Emilio Genazzini |
Interpreti | Massimo Grippa / Silvia Morini / Francesca Tranfo |
Disegno luci | Giancarlo Bottone |
Ideazione scenografia | Emilio Genazzini |
Scenografia | Sciatto Produzie |
Ideazione costumi | Aurora Tomarchio |
Realizzazione costumi | Francesca Parisi |
Colonna sonora originale | Frangar Non Flectar |
Musiche classiche | Scelte da Emilio Genazzini |
Scrittura scenica | Il collettivo della compagnia |
Tecnico luci | Rossella Papasergio |
Ufficio stampa | Francesco Caruso Litrico |
Testo | Emilio Genazzini |
Foto | Tony D’Urso / Sergio Acquista / Guido Laudani |
Lo spettacolo è un mosaico di avventure delineate ed esposte tramite associazioni di idee (come il libro sopramenzionato) tratte da numerosi campi dell’arte per narrare piccole o grandi storie, in cui si dilettano i giocatori, secondo un ritmo incessante. Racconti narrati anche per mettere in evidenza le problematiche in cui l’essere umano si avviluppa spesso senza uscirne fuori. Il tutto alla fine si evolve in una storia senza tempo, come annunciato nel sottotitolo, fatta di immagini e tentazioni, “la meraviglia che è in noi la rovesciamo sulle cose con cui giochiamo e ce ne lasciamo incantare” (da “I giganti della montagna” di Pirandello).
Questo allestimento raccoglie le immagini, le capacità positive e le inclinazioni negative dei personaggi definiti “costruttori”che,annoiati dalla virtualità dei giochi computerizzati per anni praticati, decidono di affidare la propria fantasia ad un ingegnoso passatempo meccanico ideato e fabbricato da loro stessi, una macchina scenica con infinite combinazioninarrative composta di sedie d’ogni genere, montate su travi di ferro che appaiono come delle scale puntate verso l’alto. E da qui, da un presunto e traballante tetto sul mondo, narrano ognuno alcuni frammenti di storie individuando in oggetti specifici come le sedie, nelle loro mutevoli e molteplici posizioni, la sintesi spaziale delle narrazioni.
Lo spettacolo, ispirato principalmente da “Il gioco delle perle di vetro”, si basa sull’uso di pietre di forme e colori differenti che rappresentano le tessere da accostare per iniziare il gioco: chi non ha mai raccolto pietre durante un viaggio o le ha mai messe da parte perché colpito da una piccola attrazione inspiegabile? Le pietre corrispondono a simboli interiori che portano ad intuire le possibili linee di antiche e nuove esistenze, sono le mute testimoni del passato e le devote custodi di un’energia presente.
“Le pietre testimoni mute del nostro passato, custodi devote di un’energia presente, sono pronte a donarsi come il riverbero di un piccolo specchio.”
La messa in scena è stata allestita usando linguaggi artistici molteplici e parte multimediali come gestualità rituale, danze, suoni, testi, video proiezione etc, e si avvale della presenza straordinaria di Giancarlo Bottone come disegnatore luci. La colonna sonora, un incontro ben dosato di classica\rumorismo\post-rock, è stata elaborata e composta dalla rock band Frangar non Flectar. Mentre le macchine sceniche sono state create dal gruppo di scenografi “Sciatto Produzie”.
Gallery
La Rassegna
LA REPUBBLICA (Nico Garrone)
Se non siete mai andati a Villa Flora dove dagli anni Ottanta ha sede il Teatro Abraxa diretto da Emilio Genazzini .. questa nuova versione de ‘Le pietre della memoria’ può essere l’occasione buona.
IL GIORNALE (Laura Novelli)
Scambio di umanità e discesa verso le radici più profonde dell’esistenza. Come ben dimostra, d’altronde, l’ultimo lavoro del gruppo, ‘Le Pietre della Memoria’ (…) all’interno di un incessante ritmo in levare (…) Suoni, musica, danza, proiezioni video arricchiscono, poi questo viaggio dentro la parola e dentro l’immaginazione (interpretato da Massimo Grippa, Silvia Morini e Francesca Tranfo) rendendo ancora più poetica la semplicità di quelle pietre citate nel titolo
IL CORRIERE LAZIALE (Franco Vivono)
Grandi emozioni e calorosa partecipazione del folto pubblico presente a Villa Flora per queste ‘Pietre della memoria’ presentate da Abraxa Teatro. La messa in scena usa linguaggi artistici molteplici ed in parte multimediali, come gestualità rituale, danze, suoni, testi, video proiezione ed altro!
TROVAROMA (Rodolfo Di Giammarco)
è uno spettacolo che partorisce frammenti di storie, tessere da accostare, linee di antiche e nuove esistenze, testimonianze del passato e cantieri di energie presenti. Elevando il passatempo a linguaggio scenico.
ROMA C’E’ (Diana Ferrero)
Una macchina scenica che permette infinite combinazioni narrative. Lo spettacolo si ispira a testi di teatro, narrativa e poesia (da Brecht a Calvino, Pirandello, Shakespeare, Hesse e de Beauvoir), ricomposti in un’unità stilistica densa di significato.
PRIMAFILA (Paolo Ruffini)
Lavoro fluido condotto con mano cosciente (…) in cui gli attori sono calati come per esperire un gioco, a volte doloroso altre gioioso (…) sempre tenendo conto del preciso intendimento di raggiungere una composizione che travalichi epoche e opere.(…) Lo spettacolo giunge più volte ad un apice emotivo.
CORRIERE DELLA SERA
Le Pietre della Memoria: I ‘costruttori’, investiti dal valore simbolico delle pietre, giocano con le loro associazioni in maniera così profonda che alla fine non sembra più un gioco.